"Tra le rocce il vento e la neve
siam costretti la notte a vegliar;
il nemico, crudele e rabbioso,
lui tenta sempre il mio petto colpir.
Genitori piangete, piangete
se vostro figlio non dovesse tornar.
Vostro figlio è morto da eroe
sulle alte cime del monte Cauriòl.
Il suo sangue l'ha dato all'Italia
il suo spirto ai fiaschi del vin.
Faremo fare un gran passaporto
o vivo o morto dovrà ritornar."
Canta così la vecchia canzone alpina l'epopea del Cauriòl. Più che una preghiera è un lamento soffuso di tanta tristezza.
testo tratto da "Monte Cauriòl 1916", di Aldo Zorzi.
Nessun commento:
Posta un commento